Cosa c’entrano i geni con la psicologia? Probabilmente influenzano il tuo comportamento più di quanto pensi

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Dagli anni ’50, gli scienziati hanno esplorato l’influenza dei geni sulla salute umana, sostenendo l’utilizzo della medicina di precisione (precision medicine) per personalizzare diagnosi e trattamenti delle malattie.

Le informazioni genetiche contenute nel DNA sono trasmesse alle generazioni successive attraverso i cromosomi ricevuti dal patrimonio genetico del padre (23 cromosomi) e dal patrimonio genetico della madre (23 cromosomi), formando un codice specifico che definisce ogni individuo. (AA.VV., 2022).

Il genoma, oltre ad essere formato da geni trasmessi ereditariamente, è influenzato continuamente dall’ambiente e la lettura del DNA può essere modificata da esperienze avverse vissute sin dalla fase prenatale come: abbandoni, affidi, adozioni, abusi, perdite, patologie, maltrattamenti e separazioni. (AA.VV., 2024).

La teoria del conflitto genetico propone che i nostri geni abbiano dei marcatori che ne indicano la provenienza materna o paterna e che permettono la cooperazione o l’antagonismo tra loro durante la crescita e lo sviluppo. La ricerca si concentra principalmente sulla gravidanza, uno dei pochi momenti nello sviluppo umano in cui può essere osservata l’influenza di diversi set di geni: i geni spingono lo sviluppo fetale ad essere più allineato con ciò che è ottimale per il genitore da cui provengono.  I geni materni cercano di mantenere la madre in salute e con risorse sufficienti per una successiva gravidanza, mentre i geni paterni traggono vantaggio dal fatto che il feto prende tutte le risorse della madre per sé. Quando i geni non sono in grado di cooperare possono causare un aborto spontaneo o deficit fisici e mentali per il bambino.

Le informazioni genetiche sono trasmesse tra le generazioni con i cromosomi: esperienze infantili avverse come l’assenza di cure, liti in famiglia, abbandoni, adozioni, affidi, perdite, abusi e maltrattamenti possono modificare la lettura del DNA. L’attivazione e il silenziamento del genoma interessano anche il periodo della gravidanza, l’abuso di sostanze, il parto cesareo e la nascita pretermine. (AA.VV., 2022).

I ricercatori hanno studiato come casi estremi di conflitto genetico (come nei casi in cui l’influenza di un set di geni parentali è espressa totalmente mentre l’altro set è completamente silenziato) siano associati a cambiamenti nel comportamento studiando persone affette della sindrome di Prader-Willi e dalla sindrome di Angelman, malattie genetiche rare per le quali attualmente non esiste un trattamento a lungo termine. Queste sindromi si sviluppano in pazienti a cui manca una copia di un gene sul cromosoma 15, fondamentale per un equilibrio nella crescita e nello sviluppo: chi eredita solo la versione del gene dal padre svilupperà la sindrome di Angelman, mentre chi ha solo la versione del gene materno svilupperà la sindrome di Prader-Willi. Tratti fisici distintivi della sindrome di Angelman includono gravi ritardi nello sviluppo, disabilità intellettive, difficoltà nel movimento e nella nutrizione mentre, tratti fisici distintivi della sindrome di Prader-Willi includono un tono muscolare ridotto, difficoltà nell’alimentazione, carenze ormonali, bassa statura e abbuffate estreme nell’infanzia. Entrambe le sindromi sono associate a problemi linguistici, cognitivi, alimentari e del sonno ma presentano anche chiare differenze nella psicologia e nel comportamento: i bambini con la sindrome di Angelman sorridono e in genere mostrano impegno nelle interazioni sociali, comportamenti associati ad una maggiore capacità di ottenere risorse e investimenti da coloro che li circondano; i bambini con la sindrome di Prader-Willi presentano ansia e difficoltà nelle situazioni sociali, comportamenti associati ad una maggiore difficoltà per le madri nei primi anni di vita del bambino, aumentando l’accesso a risorse genitoriali in termini di cibo e attenzioni.

Le differenze nei processi psicologici tra queste sindromi sono simili agli effetti proposti dal conflitto genetico, che influenza l’attaccamento determinando la reattività e la sensibilità della relazione genitore-figlio attraverso differenze nel comportamento e nelle esigenze di risorse: la relazione inizia a formarsi quando il bambino è nell’utero e aiuta a calibrare quanto sarà reattivo a diverse situazioni sociali, per poi tradursi in modelli unici di comportamenti sociali che influenzano il modo in cui gestiamo la nostra personalità e lo stress.

Il modo in cui l’ambiente plasma il nostro organismo comprende anche la sfera psicologica. Infatti, come riportato dai professionisti volontari dell’associazione AIPC, le esperienze vissute, le relazioni che sviluppiamo e la sintonizzazione con i nostri caregiver nelle fasi di vita pre e post-natale possono influenzare il nostro genoma, modellando l’attività dei geni attraverso le cosiddette “modificazioni epigenetiche” (AA.VV., 2023).

Bibliografia:

AIPC Editore Roma, (2024). Sintesi A.I.P.C. ricerca: “Marcatori neurochimici eccitatori e inibitori dell’ansia nelle giovani donne”.

AIPC Editore Roma, (2023). Quanto ci influenza l’ambiente che ci circonda?

AIPC Editore Roma, (2022). Campagna: Conoscersi per Relazionarsi – Epigenetica e violenza.

AIPC Editore Roma, (2022). Persone Epigeneticamente Modificate (P.E.M).

Jessica D. Ayers, (2024). Cosa c’entrano i geni con la psicologia? Probabilmente influenzano il tuo comportamento più di quanto pensi.

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